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11-Maggio-2009

SIGNIFICATIVI PROGRESSI NEL TRATTAMENTO MEDICO-CHIRURGICO DELLA SPALLA

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A margine del 15° Corso di Aggiornamento in Ortopedia tenutosi a Roma il 18 aprile con replica il 9 maggio scorsi, abbiamo intervistato il dottor Giovanni Di Giacomo, relatore del Corso, e responsabile del reparto di Chirurgia Artroscopica al Concordia Hospital for Special Surgery in Roma.

L'evoluzione della Chirurgia Artroscopica, la prevenzione e una maggior conoscenza dell’eziologia di alcune patologie o malformazioni, una corretta diagnosi clinica supportata da indagini strumentali appropriate sono la giusta risposta alle Patologie della Spalla. L'iter riabilitativo, fondamentale dopo Artroscopia, e' il momento conclusivo per un veloce recupero funzionale. Inoltre, in questa fase, e' determinante la stretta collaborazione fra Ortopedico e Medico di Famiglia.

Dottor Di Giacomo, come si è evoluta in questi ultimi anni la chirurgia ortopedica in generale e quella per il trattamento della spalla in particolare?
“L’evoluzione più significativa riguarda la comprensione dell’eziopatogenesi della malattia della spalla, ossia poter individuare quei pazienti che per poter guarire è sufficiente un trattamento riabilitativo, a differenza, invece, di quei pazienti che per le stesse ragioni devono essere sottoposti ad intervento chirurgico che può essere eseguito in artroscopia o a cielo aperto”

Farmacologia e chirurgia, sempre al passo coi tempi?
“Il trattamento farmacologico ha per noi chirurghi un risvolto più importante in fase preoperatoria. Basti pensare che lo “spettro” per il giovane chirurgo che opera in artroscopia o a cielo aperto è costituito dal sanguinamento, e l’uso dei fans protratto nel tempo in fase pre-chirurgica ne determina la continuità, ancor più durante l’intervento. Quindi, la somministrazione di questi farmaci in fase pre-chirurgica da noi è molto limitata. Diventano invece importanti i farmaci come gli antibiotici o alcuni antidolorifici soprattutto nel post-operatorio”

Quanto può favorire l’indagine strumentale per un buon trattamento chirurgico della spalla?
“Questa è un’ottima domanda. L’indagine strumentale è molto importante, ma a questo riguardo bisogna sfatare un mito: quello che purtroppo spesso succede è che il paziente si sottopone, per sua richiesta o perché mal consigliato, alla RMN solo perché avverte dolore o difficoltà nel movimento. L’errore più grave è credere che la RMN in prima istanza possa determinare una diagnosi, mentre questa è fattibile dopo aver visitato il paziente ed in seguito averlo sottoposto ad un esame radiografico corretto”

Quali sono le patologie della spalla più ricorrenti che richiedono l’intervento chirurgico?
“Fondamentalmente sono i processi degenerativi a carico dei tendini e della cuffia dei rotatori che spesso sono sostenuti da difetti posturali, ossia aggravati da posizioni non corrette che si mantengono durante l’attività lavorativa o in relazione ad attività sportive. Inoltre, anche perché dopo una certa età non si fa più attività motoria o sportiva, di conseguenza l’ipotrofia muscolare altera la postura, la posizione della colonna vertebrale, la gabbia toracica e quindi lo “scivolamento” della scapola sul torace; e poiché la scapola è l’osso più importante della spalla, le conseguenze si possono immaginare…”

La Fisiokinesiterapia (FKT) è sempre indispensabile?
“È una terapia fondamentale e importante, ma ritengo più opportuno parlare di ginnastica preventiva nei casi in cui non si hanno dei quadri clinici conclamati, ed è molto importante il momento in cui appare la malattia intervenendo con la riabilitazione, soprattutto in pazienti che hanno subito un intervento chirurgico.

Quali le indicazioni chirurgiche più ricorrenti?
“Normalmente i pazienti che si sottopongono alla chirurgia della spalla sono quelli che soffrono di dolori a causa della lacerazione dei tendini, giovani a cui “esce” la spalla (lussazione recidivante, ndr) e pazienti non più giovani che vanno incontro a processi artrosici dell’articolazione in questione”

Per queste patologie c’è una causa eziologica o più “semplicemente” è conseguenza di un evento infortunistico?
“Per quanto riguarda la componente artrosica la causa ha riferimenti genetici, per cui la cartilagine tende ad invecchiare più o meno velocemente in modo soggettivo. Ma sono pure da considerare i fattori ambientali esterni che possono influire e accelerare questi processi degenerativi”

L’intervento dell’osteopata può essere utile per la prevenzione o come trattamento postchirurgico?
“Assolutamente. L’importante è che sia sempre sostenuto da una corretta diagnosi”

La traumatologia della spalla nell’adulto differisce da quella in età pediatrica?
“Sono problematiche estremamente diverse. Basti pensare che in quella pediatrica ci troviamo ad affrontare cartilagini in accrescimento (che non sono ancora chiuse), per cui anche delle lievi malformazioni possono degenerare in danni gravi. Invece, nei soggetti non più giovanissimi il pericolo più evidente è dato dal quadro di osteoporosi, che si localizza in modo particolare a carico del terzo prossimale dell’omero. Quindi la traumatologia è più ricorrente in soggetti adulti, in particolare nelle donne soprattutto in fase di post-menopausa, a seguito di fratture o a traumi relativamente banali”

In quale contesto si può o si deve inserire il ruolo dell’infermiere nella vostra Disciplina?
“Il suo ruolo è certamente indispensabile sia in reparto che in sala operatoria. Un professionista dedito ad assistere il paziente soprattutto nel post operatorio, anche dal punto di vista emotivo”

Le patologie della spalla in quale contesto coinvolgono (o devono coinvolgere) i medici di base?
“Il coinvolgimento del medico di base è fondamentale. Questo professionista è riferimento indispensabile che necessita di una grande cultura… A mio parere la sua funzione è di particolare importanza in funzione della quale noi ortopedici cerchiamo di dare al collega dei messaggi “complessi” ma al tempo stesso tradotti in termini pratici, utili ad individuare quei casi che invece necessitano di un approfondimento specialistico”

Con il progresso del trattamento della traumatologia della spalla, l’ospedalizzazione è diminuita sensibilmente?
“Assolutamente si, in modo particolare per quanto riguarda l’applicazione della tecnica artroscopica, riducendo i danni iatrogeni per cui il paziente è in grado di essere sottoposto a trattamento in day surgery o in day hospital. Tale ospedalizzazione oggi è di circa 2-4 giorni, grazie anche alla tecnologia e alla diagnosi precoce di alcune patologie”

Qual è il numero pro capite di specialisti in ortopedia nel nostro Paese?
“È molto elevato, soprattutto rispetto alla Francia e all’Inghilterra. Si tratta piuttosto di rivedere la qualità di questi quando escono dalle nostre Scuole di Specializzazione”

A cura della Redazione Scientifica di SIAECM - Diritti Riservati
Photo courtesy of Paolo Pagliai



GIOVANNI DI GIACOMO, medico chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia, si è perfezionato presso l’Hospital for Special Surgery di New York. 
E’ il responsabile Medico in Italia degli atleti che partecipano ai tornei ATP di tennis: internazionali di Roma e Indoor di Milano; 
Consulente ortopedico di diverse squadre di calcio e calcetto italiane 





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